Parchi-Roma-Giubileo

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PARCHI A ROMA

1. Parco degli acquedotti

 

Il parco rappresenta il residuo di un tratto di Agro Romano che originariamente si estendeva senza interruzioni fino ai Colli Albani, ed è ricco di vegetazione arborea, in particolare i pini. Comprende anche un laghetto che sgorga dall’acquedotto Felice e che dà vita a un corso d’acqua e a una cascata che ricalcano l’antica marrana dell’Acqua Mariana.

La vista dal parco spazia verso i Castelli Romani e i quartieri limitrofi, ma subisce il frequente passaggio a bassa quota di aerei in fase di atterraggio al vicino aeroporto di Ciampino. È meta frequente di visitatori e amatori, che possono godere di estesi percorsi in terra battuta per jogging e mountain bike, oltre agli impianti sportivi privati esistenti sull’area dedicati a calcio, calcetto, tennis, rugby e golf. Vi si svolgono ancora attività agricole e di allevamento.

Luoghi di interesse
Nell’area del parco sono presenti numerosi resti archeologici[7], oltre alla chiesa parrocchiale di San Policarpo:

Acquedotti Claudio e Anio Novus, su arcate sovrapposte, entrambi iniziati da Caligola nel 38 e terminati da Claudio nel 52
Acquedotto Felice, costruito da papa Sisto V tra il 1585 e il 1590, distruggendo parte dell’acquedotto Marcio, di cui sono oggi visibili pochi resti
Campo Barbarico, terreno compreso tra la doppia intersezione degli acquedotti Claudio e Marcio, utilizzato nel 537-538 dal re dei Goti Vitige che assediava Roma
Casale del Sellaretto, antica casa cantoniera lungo la ferrovia Roma-Ceprano del 1862
Casale di Roma Vecchia, databile al XIII secolo
Marrana dell’Acqua Mariana, fosso artificiale realizzato da papa Callisto II nel 1122
Tomba dei Cento Scalini
Tor Fiscale, torre medievale che sorge all’incrocio degli acquedotti Claudio e Marcio
Via Latina, che attraversava l’area e di cui rimane un tratto di basolato
Villa dei Sette Bassi, la seconda più estesa del suburbio romano, attribuita a un console o un prefetto di nome Settimio Basso[8]
Villa delle Vignacce, attribuita a Quinto Servilio Pudente, con cisterna annessa.

2. Villa Doria Pamphili

Villa Doria Pamphilj è una residenza storica che comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari) dopo il Parco regionale dell’Appia antica e il Parco regionale del Pineto, situata appena fuori dalle mura nel quartiere Gianicolense, sulle propaggini occidentali del Gianicolo, compresa tra via Aurelia Antica, via della Nocetta e via Vitellia. Al suo interno sorge il Casino del Bel Respiro o Algardi, che è sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano.

Trae origine dalla tenuta di campagna dell’omonima famiglia nobile romana, progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, dalla fusione di diverse vigne preesistenti[2]. Fu espropriata nel corso del Novecento, divisa in due nel 1960 per l’apertura di via Leone XIII (tratto della via Olimpica), e aperta al pubblico nel 1972.


Incisione di Giovanni Battista Piranesi della metà del XVIII secolo
Storia
Quello che all’epoca era solo un modesto appezzamento agricolo fuori dalle mura gianicolensi, la cosiddetta Villa Vecchia, venne acquistata dal nobile Panfilo Pamphili il 23 ottobre 1630. Tra il 1644 e il 1652, mentre la famiglia Pamphili otteneva prestigio grazie al pontificato di Innocenzo X, fu affidata la progettazione della Villa Nuova allo scultore Alessandro Algardi e al pittore Giovanni Francesco Grimaldi, con la collaborazione del botanico Tobia Aldini per quanto riguardava i giardini[3].

Nel 1849 la villa fu teatro di una delle più cruente battaglie per la difesa della Repubblica Romana: le truppe francesi il 2 giugno occuparono villa Corsini, e il giorno successivo le truppe garibaldine tentarono invano di riconquistarla. Durante uno degli assalti morì il colonnello Angelo Masina e fu ferito a morte Goffredo Mameli, autore dei versi dell’inno nazionale italiano.

Nel 1856 la villa fu unita alla confinante Villa Corsini e tutto il complesso venne trasformato in una grande azienda agricola. Iniziati i primi espropri da parte del comune di Roma nel 1939, il nucleo originario della villa fu acquistato dallo Stato Italiano nel 1957. Oltre 168 ettari furono acquisiti dalla municipalità romana. La parte occidentale fu aperta al pubblico nel 1965 e la restante il 22 maggio 1971.

Rimane proprietà della famiglia Doria-Pamphilj la cappella funeraria opera di Edoardo Collamarini.

 3. Il parco dell’Appia Antica

Il parco dell’Appia Antica è il parco urbano più grande d’Europa[1][2][3][4] ed è un’area naturale protetta di circa 4 580 ettari[5] istituita nel 1988 dalla Regione Lazio all’interno dei territori comunali di RomaCiampino e Marino. Dal 2024 vari tratti della via Appia Antica sono Patrimonio dell’umanità UNESCO, in particolare quello tra il 1° e il 13° miglio che ricade nel parco[6].

Il territorio è un “cuneo verde” tra il centro di Roma e i Colli Albani, che rappresenta il residuo più importante dell’Agro Romano dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico. Comprende infatti la via Appia Antica e le sue adiacenze[7] per un tratto di 16 chilometri (compresa la Villa dei Quintili[8]), la valle della Caffarella (200 hm²),[9] le aree archeologiche degli Acquedotti (240 hm²),[10] di Tor Fiscale e delle tombe della via Latina,[11] la Tenuta di Tor Marancia (220 hm²)[12] e quella della Farnesiana (180 hm²).

I confini sono a nord le Mura aureliane, a ovest la via Ardeatina e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli, a est i quartieri Appio-Latino e Appio Claudio e la via Appia Nuova, mentre a sud il Parco arriva ai moderni centri abitati di Frattocchie e Santa Maria delle Mole.

Per quanto riguarda la tutela archeologica, monumentale e paesaggistica la medesima area è soggetta anche al Parco archeologico dell’Appia Antica.[13]

Da agosto 2023 il commissario straordinario è Roberto Iadicicco.[14]

L’idea di un grande parco archeologico tra il Foro Romano e i Castelli Romani emerge per la prima volta durante il periodo napoleonico. È però Papa Pio IX ad attuare i primi interventi di sistemazione archeologica dell‘Appia Antica, affidati a Luigi Canina. Dopo l’Unità, Rodolfo LancianiGuido Baccelli e Ruggero Bonghi lanciano alcuni progetti di recupero dell’area, i cui effetti sono però limitati alla Passeggiata archeologica (oggi viale delle Terme di Caracalla).[15]

4, Villa Borghese

Villa Borghese è un grande parco cittadino nella città di Roma che comprende sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all’italiana alle ampie aree di stile ingleseedifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti.

È il quinto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), dopo la parte pubblica del Parco regionale dell’Appia antica, il Parco regionale urbano del PinetoVilla Doria Pamphilj e Villa Ada e si estende in gran parte sul quartiere Pinciano e in piccola parte sul rione Campo Marzio, divisi dalle Mura aureliane.

 5. Parco Centrale del Lago

Il Parco Centrale del Lago, più informalmente Parco Lago dell’EUR o, colloquialmente, Laghetto, è una moderna area verde di Roma al cui interno si trova un bacino artificiale situato alla separazione delle carreggiate di via Cristoforo Colombo, nel quartiere dell’EUR.

Concepito fin dalla nascita dell’EUR nel 1936, ebbe pratica realizzazione solo nel dopoguerra; il laghetto artificiale che sorge al suo interno è chiuso sui due lati più corti, a nord ovest dal palazzo della banca UniCredit e a sud est dalla torre dell’ENI; sul lato verso il mare il laghetto è sovrastato dalla collina sulla cui sommità sorge il Palazzo dello Sport, lungo l’asse ottico di via Cristoforo Colombo, e alla cui base sorgono le cascate che fanno da quinta prospettica al Palazzo.

Il parco occupa una superficie di approssimativamente 160000 , più o meno equamente suddivisi tra l’area verde e il lago artificiale.

Storia e dati tecnici

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Il progetto dell’EUR 42 — l’Esposizione universale in programma per il 1942 ma che non fu mai realizzata — prevedeva fin dal 1937 un’area adibita a parco allo sdoppiamento delle carreggiate della Via Imperiale (oggi via Cristoforo Colombo[1]). Sovrastante tale area, concepita come “quinta prospettica” per i visitatori provenienti da Roma[1], avrebbe dovuto sorgere il cosiddetto Palazzo dell’Acqua e della Luce[1] (mai edificato, e sulla cui area fu invece costruito alla fine degli anni cinquanta il Palazzo dello Sport[1] in vista dei giochi della XVII Olimpiade assegnati a Roma).

Il progetto – che oltre al parco prevedeva anche un acquario – vide coinvolti gli architetti Raffaele De Vico e Marcello Piacentini[2] (quest’ultimo presidente della commissione esaminatrice dei lavori proposti per l’EUR[3]); tale area, in cui era fin da allora previsto un bacino artificiale sebbene non nella conformazione attuale, si inseriva in un progetto più ampio che consisteva nella creazione di otto parchi nel nuovo quartiere[2]. Il corpo forestale dello Stato fu il soggetto tecnico incaricato dell’imboschimento e del piano esecutivo ad esso collegato[2]. Il gruppo di lavoro esecutivo, sotto la consulenza di De Vico, si costituì nel 1939, ma l’ingresso dell’Italia in guerra e la caduta del fascismo nel 1943 fermarono i lavori[2].

6. Villa Ada

Villa Ada Savoia è il quarto più grande parco pubblico di Roma dopo il parco regionale dell’Appia antica, il parco regionale del Pineto e Villa Doria Pamphilj. Ospita numerosi edifici neoclassici, tra i quali la Villa Reale (attualmente in uso alle Legazioni diplomatiche egiziane in Italia). È collocato nella zona settentrionale della città, a nord-ovest della via Salaria, tra i quartieri ParioliPinciano e TriesteSalario.

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